Permesso di ingresso in Tibet, circa 90 USD da regolare in loco. Occorre sottolineare che il fenomeno della quota sull’altopiano himalayano non è assolutamente rapportabile a quello che potrebbe essere in Europa. Intendiamo dire che stare in vetta al monte Bianco, a 4800 metri e stare al campo base dell’Everest a 5200 metri sono cose completamente diverse, la seconda è molto più facile. Mentre in Europa le coltivazioni agricole possono arrivare fino a 1500 metri, ma non oltre, sull’altopiano himalayano troviamo coltivazioni di orzo, patate, colza fino a 4300-4500 metri. Sono dunque situazioni climatiche troppo diverse e tutti possono constatare che anche ad alte quote l’altopiano è spesso accogliente. Bisogna sfatare il problema “altitudine”. Senza dubbio esiste per il nostro corpo un momento critico necessario per l’acclimatamento in quota, ma in genere è un processo naturale che si compie nell’ arco di poche giornate e spesso lo stato di disadattamento fisico è inferiore a quel che si sarebbe pensato. Prima di affrontare un viaggio in altitudine è sempre consigliabile un controllo medico preventivo. Tutti coloro che sono in buono stato di salute possono affrontare senza problemi la quota. I casi di coloro che, pur non avendo in precedenza particolari problemi fisici, non sono riusciti a ritrovare in quota il giusto stato di benessere sono rarissimi, puramente casi eccezionali riguardo la situazione sanitaria, ferme restando le normali cautele che saranno ricordate in corso di viaggio dall’accompagnatore verso bevande e cibi, si consiglia di consultare il medico in relazione alle proprie caratteristiche personali. Ogni viaggiatore risponde alle diverse condizioni ambientali, climatiche, stagionali, alimentari e sanitarie in modo diverso. Perciò, al di là di generiche indicazioni fornite da enti, autorità e dagli stessi organizzatori del viaggio, si suggerisce caldamente di rivolgersi ed attenersi alle indicazioni del proprio medico e ASL. Evidenziamo che gli uffici doganali possono, tra l’altro, sanzionare chi contravvenga alle norme in materia di qualità e quantità delle importazioni. In particolare si evidenzia che è consentita l’importazione di merci il cui valore d’acquisto non superi 175 euro. (In caso di dubbio consultare sempre l’accompagnatore). Per questioni operative, meteorologiche o di forza maggiore il programma potrebbe subire delle variazioni, ferme restando la sostanza delle visite previste.
Suggeriamo di dotarsi di altre due foto formato tessera e della fotocopia del passaporto, da custodirsi in luogo diverso da quello in cui è posto l’originale. Ciò potrebbe rivelarsi assai utile nel caso di smarrimento del documento. È importante avere una sufficiente scorta di adattabilità a costumi, usanze religiose, norme legali e di comportamento, alimentazione, condizioni ambientali, ritmi e quant’altro possa essere diverso e a volte contrastare la nostra quotidianità. Consigliamo di portare con voi: creme solari, occhiali da sole, cappellino, un indumento impermeabile (sempre utile anche se non si è nella stagione delle piogge); medicinali d’uso personale (tra cui disinfettante intestinale); abbigliamento rispondente alle caratteristiche dei luoghi visitati, specie quelli sacri, (privilegiare la praticità); scarpe comodissime, calzini di ricambio da utilizzarsi dopo le visite nei templi in cui fosse necessario effettuarle senza scarpe; una pila, un adattatore universale per le prese elettriche; un porta valori pratico e sicuro del tipo “a collo”, o cintura con tasca da indossare sotto i vestiti. E’sempre opportuno portare con sé zampironi, Autan o similari. (Esiste anche un “Autan Plus”, per chi volesse il massimo della protezione).
Materiale antigovernativo: preghiamo i partecipanti di non portare durante il viaggio in Tibet i testi reputati dalla Cina antigovernativi, ad esempio: articoli di giornale a favore del Tibet libero, fotografie del Dalai Lama, testi sul Dalai Lama, la guida dell’EDT (Lonely Planet) su