Recensione

Tiziano Terzani

"Se mi chiedi alla fine cosa lascio, lascio un libro che forse potrà aiutare qualcuno a vedere il mondo in modo migliore, a godere di più della propria vita, a vederla in un contesto più grande, come quello che io sento così forte"

Tiziano Terzani

Il 28 luglio del 2004 Tiziano Terzani ci ha lasciato, o meglio come gli piaceva dire il suo corpo fisico ci ha lasciato. La morte l’aveva sempre tenuta d’occhio lasciando detto, di voler essere ricordato con una pietra che avesse un piccolo incavo in cui potevano bere gli uccellini, il nome, le due date d’obbligo e la sola parola, “VIAGGIATORE”.

Tiziano Terzani, sapendo di essere arrivato alla fine del suo percorso di vita, parla al figlio Folco di cos'è stata la sua vita e di cos'è la vita: "Se hai capito qualcosa la vuoi lasciare lì in un pacchetto". Così racconta di tutta una vita trascorsa a viaggiare per il mondo alla ricerca della verità. E cercando il senso delle tante cose che ha fatto e delle tante persone che è stato. Da questa intervista padre-figlio nasce questo libro capolavoro La fine è il mio inizio (Longanesi, 2006). Pubblicato due anni dopo la sua morte, il libro è una biografia che racchiude l’essenza vitale di Terzani affetto da cancro negli ultimi suoi mesi di vita. Vedendo che la medicina nulla poteva contro la sua malattia, a 66 anni Terzani decide di ritirarsi nella sua amata Orsigna ed invita il figlio Folco a seguirlo. “Mio carissimo Folco con le poche forze che ho che ne dici se io e te ci sedessimo un'ora al giorno e tu mi chiedessi le cose che hai sempre voluto chiedermi”. 

Assieme ripercorrono la vita di un uomo, giornalista reporter, viaggiatore che racconta dei suoi viaggi in Vietnam, Cambogia, Himalaya, Cina, Giappone, India condendo le sue memorie con diversi anedotti.
E' una sorta di testamento composto da 466 pagine divise in 46 capitoli, in cui il protagonista si racconta in prima persona a suo figlio attraverso dialoghi diretti in cui intervengono anche la moglie Angela e per brevi cenni la figlia Saskia.
Colpisce la semplicità e la lucidità con la quale Terzani parla della morte come parte della vita stessa, e con la quale ha un rapporto di serenità. Il cerchio ha inizio con la nascita e termina con la chiusura cioè la morte, che viene affrontata con tranquillità tipica di chi ha vissuto una vita fortunata e ora non si aspetta altro.

“L’inizio è la mia fine e la fine è il mio inizio. Perché sono sempre più convinto che è un’illusione tipicamente occidentale che il tempo è diritto e che si va avanti, che c’è progresso. Non c’è. Il tempo non è direzionale, non va avanti, sempre avanti. Si ripete, gira intorno a sé. Il tempo è circolare. Lo vedi anche nei fatti, nella banalità dei fatti, nelle guerre che si ripetono.”
Folco prende nota dei consigli del padre che lo invita a vedere il mondo con i propri occhi, a cogliere la diversità e ad essere un uomo libero. È una confessione quella dunque che Terzani regala alla sua famiglia e ai suoi lettori per invogliare gli uomini a vedere un mondo migliore, un ultimo regalo dell’autore.
Dopo una vita passata nell’aver viaggiato fuori ora è il momento di viaggiare dentro noi stessi.
Ed è così che parola dopo parola, ricordo dopo ricordo, Terzani si mostra in tutta la sua pienezza: un uomo dalla vita intensa, colorata ed energica, un viaggiatore d'eccezione, un testimone non sempre comodo che ha attraversato gli eventi della Storia, le guerre e i grandi temi politici degli ultimi cinquant'anni.

"La fine è il mio inizio" è una biografia parlata, il testamento di un padre che cerca di passare al figlio l'essenza di quello che nella vita ha imparato e soprattutto, l'ultimo libro che Tiziano Terzani ci ha lasciato, l'ultima tappa di un lungo cammino per il mondo alla ricerca della verità.

"Questo è stato il mio viatico: viaggiare per il mondo alla ricerca della verità."
Con 30 anni passati in Asia Tiziano ha finito per assomigliare davvero ad un orientale: vestito di bianco, con sandali, barba lunga e capelli raccolti, gli occhi stretti e vivacissimi, la risata pronta.

Quando nel 1997 gli viene diagnosticato il cancro, si mette di nuovo in viaggio, alla ricerca della cura per il suo malanno. Al termine del suo viaggio, Tiziano Terzani non trova - forse - la cura che cercava, scopre anzi che “la malattia è la cura”, e incontra strada facendo risposte alle mille domande che ognuno si pone: qual è il mio posto nel mondo, che senso dare al mio esistere e morire. Temi importanti, affrontati sempre con ironia, leggerezza, e profonda onestà. Il suo grande regalo e forse uno dei segreti del suo successo, è stato quello di sapere restituire le proprie esperienze nella loro essenza primordiale: con un linguaggio chiaro, trasparente ed accessibile a tutti.

Dal libro, nel 2011 è stato tratto l’omonimo film "La fine è il mio inizio" (Fandango), con Bruno Ganz e Elio Germano.

Guarda il film!

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